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Nonostante i dati sui prezzi alla produzione nell'area euro, che indicano che le possibilità che la Banca Centrale Europea tagli il tasso di rifinanziamento questo mese siano scarse, il dollaro ha continuato a salire. Molto probabilmente, semplicemente per inerzia. O forse perché l'indice dei prezzi alla produzione, pur influenzando l'inflazione nel suo insieme, non lo fa direttamente. Ma solo indirettamente. E non immediatamente, ma solo nel tempo. Basandosi sull'indice dei prezzi alla produzione non ha quindi senso trarre conclusioni a lungo termine. Quindi gli investitori hanno continuato ad acquistare dollari. Naturalmente si possono considerare anche i posti vacanti, il cui numero è sceso da 9,4 milioni a 8,7 milioni, ma il movimento principale del mercato è avvenuto anche prima della pubblicazione di questi dati per gli Stati Uniti. Inoltre, una diminuzione del numero di posti vacanti può indicare sia un aumento dell'occupazione che una riduzione dell'occupazione da parte dei datori di lavoro stessi. Pertanto, è abbastanza difficile trarre conclusioni sulla base di questi dati.
Per quanto riguarda la giornata odierna, i dati più importanti riguardano le vendite al dettaglio nell'area euro, il cui tasso di calo potrebbe rallentare dal -2,9% al -0,8%. Un aumento così significativo dell'attività dei consumatori potrebbe diventare la ragione di una correzione locale già attesa. Un altro fattore che potrebbe contribuire all'indebolimento del dollaro potrebbe essere l'occupazione negli Stati Uniti, che dovrebbe crescere solo di 125.000, una percentuale estremamente ridotta. Tenendo conto della dimensione della popolazione, del suo tasso di crescita e del livello di attività economica, per mantenere la stabilità del mercato del lavoro, l'occupazione dovrebbe crescere in media di circa 250.000 al mese. Nei tre mesi precedenti è aumentato complessivamente di 382.000, quindi, sulla base delle previsioni delle statistiche macroeconomiche, lo sviluppo più probabile degli eventi sembra essere un certo indebolimento del dollaro.
La coppia valutaria GBP/USD ha prolungato l'attuale movimento correttivo sul mercato. Di conseguenza, la quotazione si è rivelata temporaneamente inferiore al valore di 1,2600, il che indica un aumento del volume delle posizioni corte.
Dal punto di vista dello strumento RSI H4, c'è un movimento dell'indicatore nella sua area inferiore 30/50, che conferma il segnale tecnico sull'aumento del volume delle posizioni corte.
Per quanto riguarda l'indicatore Alligator H4, le linee mobili MA hanno completato la fase di intreccio con un movimento verso il basso.
Aspettative e prospettive
La stabilizzazione dei prezzi al di sotto di 1,2600 intraday potrebbe indicare un successivo deprezzamento della sterlina verso il livello di 1,2500. Altrimenti, l'ampiezza laterale di 1,2600/1,2700 potrebbe riprendere la costruzione.
Un'analisi completa degli indicatori a breve termine indica una tendenza al rialzo dovuta al ritorno del prezzo sopra 1,2600. Nel periodo intraday viene mantenuto un segnale al ribasso a causa del ciclo correttivo in corso.
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