Joe Biden
Joe Biden, 46° presidente degli Stati Uniti, ha concluso la sua carriera politica su una nota elevata ma con risultati contrastanti. Nonostante i successi economici e la crescita del mercato azionario durante la sua presidenza, Biden ha affrontato forti pressioni sia all'interno del partito che dagli elettori, che chiedevano cambiamenti. Il punto di svolta è stato il fallimento nei primi dibattiti della corsa presidenziale del 2024, dove è apparso poco convincente rispetto a Donald Trump. Di conseguenza, Biden ha rinunciato alla rielezione, e Kamala Harris, che ha raccolto il testimone, è stata sconfitta, chiudendo un anno difficile per i democratici.
Dave Calhoun
Dave Calhoun, ex CEO di Boeing, ha lasciato il suo incarico nell'estate del 2024 sotto il peso di numerosi problemi che continuavano a perseguitare l'azienda aeronautica americana. Nonostante la sua nomina nel 2020 fosse destinata a stabilizzare la situazione di Boeing dopo due disastri aerei legati al 737 Max, l’azienda non è riuscita a superare la crisi. Nel 2024 la situazione si è aggravata ulteriormente: incidenti tecnici, non conformità agli standard di sicurezza e gravi errori produttivi hanno portato a perdite record e alla perdita di fiducia in Boeing, sia da parte dei clienti che dei regolatori.
Sean Combs (P. Diddy)
Il rapper americano Sean Combs, meglio conosciuto con il nome d’arte P. Diddy, ha affrontato lo scorso anno accuse clamorose che hanno messo a rischio la sua carriera e la sua reputazione. A settembre è stato arrestato con accuse di violenza sessuale, traffico di esseri umani e racket. Nonostante abbia negato le accuse, Combs ha trascorso la fine dell’anno in carcere in attesa di processo. Secondo Forbes, l’ex artista di successo e proprietario dell’etichetta discografica Bad Boy Records ha perso ormai quasi la metà del suo patrimonio multimilionario.
Claudine Gay
Claudine Gay, la prima donna nera a ricoprire la carica di presidente di Harvard, ha lasciato il suo incarico dopo soli sei mesi dalla nomina. La sua dimissione, annunciata nel gennaio 2024, è stata il risultato di forti pressioni da parte dei legislatori e di importanti donatori dell’università. Gay è stata criticata per la sua gestione inefficace dei casi di antisemitismo tra studenti e dipendenti dell’università, che hanno suscitato ampie critiche pubbliche e acceso dibattiti anche al Congresso degli Stati Uniti. Alla fine, i rischi per la reputazione dell’istituzione l’hanno costretta a rinunciare alla carica.
Emad Mostaque
Emad Mostaque, fondatore di Stability AI, ha rapidamente portato la sua azienda ai vertici dell’industria dell’intelligenza artificiale grazie al successo di Stable Diffusion, un modello in grado di trasformare testi in immagini e musica. Tuttavia, il trionfo è stato di breve durata. Lo scorso anno Mostaque è stato accusato di aver esagerato i successi dell’azienda, di dichiarazioni false su collaborazioni con grandi aziende tecnologiche e di spese eccessive. Questi errori, aggravati da un controllo insufficiente sull’uso della tecnologia, hanno minato la fiducia degli investitori e dei principali collaboratori. Di conseguenza, Mostaque ha lasciato la carica di CEO a giugno e, ad ottobre, ha perso completamente il controllo dell’azienda.
Pat Gelsinger
Pat Gelsinger, ex CEO di Intel, ha lasciato il suo incarico dopo una serie di gravi fallimenti dell’azienda. Durante i suoi 3 anni e mezzo di leadership, Intel non è riuscita a competere con giganti come Nvidia e AMD, che hanno saputo sfruttare il boom dell’intelligenza artificiale. La crisi ha raggiunto il culmine in ottobre, quando Intel ha riportato una perdita netta record di 16,6 miliardi di dollari nel trimestre, superando di gran lunga le previsioni degli analisti. Inoltre, l’azienda è stata scossa da licenziamenti di massa e dalla cancellazione dei dividendi. Ora Gelsinger viene accusato di cattiva gestione di Intel e gli viene chiesto di restituire lo stipendio percepito negli ultimi tre anni.
Carlos Tavares
A dicembre 2024, Carlos Tavares, ex CEO di Stellantis, ha lasciato il suo incarico a causa di gravi divergenze con il consiglio di amministrazione. Tavares aveva assunto la guida dell’azienda nel 2021, dopo la fusione tra PSA Group e Fiat Chrysler, concentrandosi sulla riduzione dei costi e sull’aumento dei prezzi, strategie che hanno generato malcontento tra dipendenti, fornitori e partner. La sua politica, focalizzata su profitti a breve termine, ha portato a licenziamenti di massa, inclusi 2.500 posti di lavoro negli Stati Uniti, e ha intensificato i conflitti con i sindacati.